THE GLASS WEEK 2021


            

 

 

THE GLASS WEEK

LA STORIA INFINITA DEL VETRO: DALLE ANTICHE VETRATE AL RICICLO

download brochure in formato pdf
modulo di iscrizione nella parte finale di questa pagina fino ad esaurimento posti (in presenza)
per la partecipazione online non ci sono limiti di presenze


l’evento si svolgerà il 10 settembre 2021,
14.30-18.00
Aula Magna Ca’ Dolfin – Università Ca’ Foscari
calle de la Saoneria, 3825/D – Dorsoduro Venezia

L’Ordine dei Chimici e dei Fisici di Venezia propone una conferenza, a carattere divulgativo, aperta a tutti, per parlare della storia infinita del vetro, riciclabile quasi indefinitamente e presente nella storia sin dall’antichità.
In particolare, si parlerà di ecosostenibilità e riciclo del vetro, del vetro utilizzato in ambito ottico e artistico con riferimento al restauro di una vetrata artistica.

Partecipazione Gratuita,
ISCRIZIONE obbligatoria solo on-line mediante il modulo qui sotto. I numeri in presenza sono limitati mentre non vi sono restrizioni per la partecipazione online.

La partecipazione degli iscritti agli Ordini dei Chimici e dei Fisici all’evento è ritenuta valida dall’Ordine dei Chimici e dei Fisici di Venezia ai fini dell’autoformazione ECM per un numero di crediti pari a 3 – Obiettivo formativo: 36.

Sarà garantito il rispetto delle norme anti COVID-19 sui distanziamenti e la sanificazione degli ambienti. Ingresso con mascherina e Green Pass.

 

PROGRAMMA

15.00 – 15.45
Il rifiuto del vetro: una risorsa

CoReVe – Consorzio Recupero Vetro

Raccolta e riciclo dei rifiuti di imballaggio in vetro. In Italia l’attuale tasso di riciclo è prossimo all’80%, ma va migliorata la qualità del vetro raccolto. Circa il 10% del vetro proveniente dalla raccolta differenziata, infatti, viene smaltito in discarica per i troppi inquinanti presenti all’origine. Va quindi migliorata l’efficienza, l’efficacia e l’economicità dei servizi di raccolta continuando a sostenere la ricerca applicata e l’evoluzione tecnologica della filiera.

15.45 – 16.30
L’ottica del vetro

d.ssa Dominga Ortolan

I vetri speciali utilizzati per migliorare ed accrescere la percezione visiva, dalle lenti del cannocchiale di Galileo per osservare il cielo stellato, fino ai vitreos ab oculis ad legendum, vetri per occhi per leggere, funzionali e adatti a compensare i difetti della vista. Il vetro comune è costituito quasi esclusivamente da silice e ossidi stabilizzatori, a questi componenti di base se ne aggiungono altri, per esempio il piombo, il titanio o le terre rare che ne modificano le proprietà ottiche. Verranno quindi trattate le caratteristiche specifiche delle lenti usate nell’ottica di precisione e negli occhiali.

16.30 – 16.45: Pausa

16.45 – 17.30
La conservazione, il restauro e la messa in sicurezza della vetrata artistica di Palù del Fersina (TN)

Piero Modolo, arch. Mattia Modolo – Caron Vetrate Artistiche

Descrizione dell’intervento eseguito sulla vetrata termale del’600 tripartita, in vetro soffiato a bocca policromo dipinto con grisaglie e legato a piombo.

17.30 – 18.00: question time


ASSEMBLEA ISCRITTI ALL’ORDINE DI VENEZIA

L’Assemblea è aperta ai laureati ed ai laureandi di chimica, in particolar modo a coloro che prossimamente intendono sostenere l’esame di stato per l’abilitazione alla professione di chimico.

L’Ordine è da tempo impegnato nel favorire l’incontro tra mondo accademico e mondo del lavoro, per un reciproco arricchimento e per perseguire l’obiettivo di fornire ai laureati in chimica competenze sempre più adeguate alle richieste del mercato del lavoro.

Studenti e laureati potranno inoltre avere un quadro più chiaro e completo dei possibili sbocchi professionali della figura del chimico che non si limitano soltanto all’attività di laboratorio.

10 maggio 2019 – ore 14:30

Campus Scientifico dell’Università Ca’ Foscari
via Torino, 155 – Mestre
Auditorium Danilo Mainardi, Edificio Alfa
www.chimiciefisicivenezia.it

a breve verranno pubblicati i materiali presentati in assemblea…

A 8 DONNE L’INTITOLAZIONE DI UNA STRADA, UN PONTE E SEI ROTATORIE

Anche grazie alla Commissione Pari Opportunità Chimici del Veneto è stato raggiunto un importante risultato con l’intitolazione a 8 donne di una strada, un ponte e sei rotatorie.

Dall’articolo tratto dal sito del comune alla pagina

https://live.comune.venezia.it/node/25598?fbclid=IwAR33L-4r85W0TAkMLtZ7QP_NDPK6YHkHNzITPZxJZ4dmNvy9jZw9i4j1GLY :

“La Giunta comunale, riunitasi ieri a Ca’ Farsetti, ha approvato, su proposta dell’assessore alla Toponomastica Paola Mar, l’intitolazione a 8 donne che hanno segnato la storia della nostra Città e del nostro Paese, di altrettanti nuovi punti viabilistici di collegamento, siano esse strade o rotatorie, tra via Amerigo Vespucci e via Ugo Vallenari a Mestre, ad oggi ancora prive di denominazione.

“Dopo l’intitolazione dei giorni scorsi a Chiara Silvia Lubich, fondatrice del ‘Movimento dei Focolari’, della rotatoria di Zelarino su via Castellana, e ad Eunice Kennedy, fondatrice di ‘Special Olympics’, il più diffuso programma di attività sportive nel mondo per persone con disabilità intellettive, del parco di viale don Sturzo a Carpenedo, abbiamo deciso di proseguire con il dedicare importanti snodi viabilistici della città a donne che, con la loro vita, le loro azioni, i loro successi e il loro impegno hanno reso lustro a Venezia, all’Italia, all’Europa e al mondo intero. Una toponomastica tutta al femminile per dimostrare che la Città di Venezia riconosce a queste otto donne di essere, ancor oggi, un esempio per le nuove generazioni. Tra queste Maria Boscola, la regina del remo, che nel Settecento si conquistò il merito di essere la più celebre e titolata regatante delle grandi occasioni della Serenissima, Lyde Posti Cuneo (Genova 1920 – Venezia 25 agosto 2007) che proprio nella nostra città ha trasformato la sua malattia, la sclerosi multipla, in un momento di riscatto diventando presidente della Sezione provinciale dell’A.I.S.M. e la fondatrice de ‘il Circolo’ dove i disabili e i loro familiari potessero incontrarsi uscendo dall’isolamento e recuperare la socialità perduta, Ondina Valla (Bologna 1916 – L’Aquila 2006), prima campionessa olimpionica italiana che conquistò l’oro sugli 80 metri ostacoli a Berlino nel 1936, Maria Bellisario (Ceva 1935 – Torino 1988), una delle più illuminate imprenditrici italiane, convinta sostenitrice della meritocrazia e della gerarchia del merito, tanto da essere ancor oggi ricordata come la donna manager più famosa d’Italia, Marie Curie (Varsavia 1867 – Passy 1934), prima donna ad insegnare alla Sorbona di Parigi, dove lei stessa si laureò in fisica e matematica, a vedersi assegnati due premi Nobel: il primo nel 1903 per la Fisica per uno studio sulle radiazioni e nel 1911 per la Chimica per aver scoperto il radio e il polonio, Norma Cossetto (Visinada 1920 – Antignana 1943), studentessa italiana, istriana di un paese vicino a Visignano, uccisa da partigiani slavi nel 1943 nei pressi della foiba di Villa Surani ed insignita della medaglia d’oro al merito civile alla memoria, Edith Stein (Breslavia 1891 – Auschwitz 1942) donna di origine ebraica, convertita al cattolicesimo e martire della Shoah. Una donna che decise di prendere i voti come monaca dell’Ordine delle Carmelitane scalze con il nome di Teresa Benedetta della Croce e che durante il periodo buio dei rastrellamenti venne arrestata nei Paesi Bassi e condotta ad Auschwitz dove venne trucidata. Papa S. Giovanni Paolo II  la proclamò Santa e Patrona d’Europa. Per concludere con Tina Anselmi (Castelfranco Veneto 1927 – 2016), donna più volte deputata della DC e, nel 1976, prima donna Ministro della Repubblica italiana con un incarico al dicastero del Lavoro e poi a quello della Salute. Proprio a lei, nonostante non siano ancora trascorsi i dieci anni dalla morte abbiamo intitolato  un nuovo asse importante della viabilità cittadina”.

“Infine – conclude Mar – voglio sinceramente ringraziare la vicesindaco Luciana Colle, i consiglieri comunali Francesca Rogliani, Barbara Casarin, Matteo Senno e Giovanni Giusto, la Fondazione Bellisario e la Commissione Pari Opportunità Chimici del Veneto per aver sottoposto al mio Assessorato e all’Amministrazione la proposta di assegnazione di un toponimo a queste donne eccezionali”.

Venezia, 5 febbraio 2019

LA VITA SENZA CHIMICA?

“Vivere Senza Chimica?”

L’Associazione Culturale Mestre MIA ha elaborato un progetto con il Campus di Ca’ Foscari di
via Torino in collaborazione con la dottoressa Valentina Beghetto del Dipartimento di Scienze
Molecolari e Nanosistemi (DSMN) dell’Università Ca’ Foscari di Venezia- avente come scopo la
creazione di iniziative comuni inerenti alla “Terza Missione” delle Università.

La dott.ssa Valentina Beghetto, laureata in Chimica Industriale, è ricercatrice presso il DSMN
dell’Università Ca’ Foscari e collaborerà all’organizzazione dell’evento in qualità di Delegata del
Dipartimento per la Terza missione nonché esperta in trasferimento tecnologico per le proprie
attività in qualità di Presidente di uno Spin Off Accademico (Crossing S.r.l.).

E’ necessario, a questo punto, accennare agli obiettivi della cosiddetta Terza Missione.
Di fatto, con questa espressione si intendono tutte le pratiche elaborate e messe in atto
dall’Università di Ca’ Foscari “finalizzate a favorire e promuovere l’attività di ricerca applicata,
la cooperazione scientifica e culturale tra l’Università, i suoi Dipartimenti, le Istituzioni
nazionali, comunitarie o internazionali, e il mercato imprenditoriale”.

Foscari è da sempre impegnata a valorizzare i risultati didattici e di ricerca, promuovendo
molteplici attività e la cooperazione scientifica fra i suoi gruppi di ricerca e le imprese, le
istituzioni e gli stakeholder nazionali e internazionali e supporta i suoi ricercatori nello sviluppo
di progetti innovativi volti a valorizzare i risultati didattici e di ricerca e a trasformarli in valore
economico e sociale.

Una particolare attenzione viene posta nel “favorire i rapporti di collaborazione tra i suoi
ricercatori e gli stakeholder esterni, con lo scopo di trasformarli in opportunità di crescita
economica e sociale per il territorio circostante”.

Data evento:

  • Venerdì 16/11 inizio ore 17.00
  • Presso Sala Convegni “Laurentianum” – Piazza Ferretto

Durata massima prevista: 2 ore
Questo primo appuntamento, nella fattispecie una conferenza tematica a taglio
scientifico/divulgativo, prevede nel tavolo dei relatori la presenza dei soggetti che di seguito
vengono elencati:

  • Dott. Vincenzo Marinese (Presidente di Confindustria Venezia): “Saluti”
  • Dott.ssa Doriana Visentin (Vice Presidente Ordine dei Chimici e dei Fisici): “Saluti”
  • Dott. Andrea Biliotti (Mestre MIA) – presentazione dell’iniziativa e introduzione al tema
  • Dott.ssa Valentina Beghetto – “Vivere Senza Chimica?”
  • Dott. Giovanni Marsili – ricadute economiche dell’attività di ricerca sulla chimica
  • Dott.ssa Roberta Magarotto – BASF di Treviso
  • Roberta Vasselli: Lettura Poesia
  • Cav. Maria Laura Faccini – Moderatore

Patrocini/sponsor:

  • BASF
  • Biopol
  • Colorificio San Marco
  • Confcommercio Mestre
  • Confindustra Venezia
  • Fondazione Ca’ Foscari
  • Novamont
  • Ordine dei Chimici e dei Fisici

GIORGIO BOCCATO AL MASTER SULLA PREVENZIONE E SICUREZZA

UNIVERSITÀ Cà Foscari – VENEZIA

 MASTER: “SCIENZA E TECNICHE DELLA PREVENZIONE E DELLA SICUREZZA”

 Intervento alla Presentazione dell’Edizione Anno Accademico 2018-2019

Giorgio Boccato

 

Buongiorno a tutti.

Due anni fa in questa sede avevamo notato come gli infortuni sul lavoro fossero in diminuzione sia come frequenza sia come gravità. Esprimendo però il timore (sperando di sbagliarci) che il fatto fosse dovuto alla crisi economica in atto che faceva sì che si lavorasse meno: molte aziende sparivano e si licenziava, era alto il ricorso alla Cassa Integrazione, non si faceva più lavoro straordinario. Oggi la ripresa in atto (tra l’altro meno consistente rispetto agli altri Paese europei e agli U.S.A. in particolare) ci dà purtroppo ragione: ogni giorno sentiamo dai media notizie di infortuni anche di notevole gravità. Non è compito mio analizzare entità e cause del fenomeno, vi sono qui persone ben più competenti e informate di me, una osservazione però mi sento di fare: se ne analizziamo le cause vediamo che sono dovute alla non disponibilità immediata di una maschera o di un autorespiratore, di un non dotazione di cinture, di un ponteggio non rispondente alle prescrizioni, di un controllo dell’aria non effettuato in un ambiente confinato e così via. In tutti i casi di non rispetto delle norme di sicurezza.

Conseguenza: nella sensibilizzazione alla sicurezza dobbiamo essere tutti impegnati nel pubblico come nel privato (sappiamo bene quanto elevata sia l’incidenza degli infortuni in ambito casalingo) se vogliamo parafrasare quanto detto anni fa da un noto magistrato (il “Resistere, Resistere, Resistere” di Francesco Saverio Borrelli) potremmo darci l’obiettivo di “INSISTERE, INSISTERE, INSISTERE”.

Una seconda osservazione: quello che ho sempre apprezzato nell’iniziativa del prof. Finotto è il fatto che coinvolge professionalità, esperienze, età differenti.

Nel 1995 abbiamo tutti letto “Essere Digitali” di Nicholas Negroponte che un decennio prima aveva creato il Media Lab presso il Massachusetts Institute of Technology (il MIT di Boston) e lo aveva definito come un organismo nel quale persone con competenze ed esperienze molto diversificate lavoravano assieme per sviluppare nuovi “media”; oggi Joi Ito il nuovo direttore non parla più di competenza “interdisciplinare” ma addirittura “antidisciplinare” e afferma che l’“apertura è condizione di sopravvivenza”. Apertura, perché chi non vede oltre il proprio orticello è destinato a sparire.

Scusate, queste considerazioni mi hanno portato fuori dal “task” che l’amico Gianni mi ha dato: “Parla di qualcosa che ti è capitato nella tua esperienza lavorativa”.

E allora tre brevi storielle (però vere) e che oggi con la Chimica divenuta professione sanitaria riacquistano un significato.

           

La prima:

Anni fa in un ospedale che oggi non esiste più gli amici chirurghi mi interpellano:

Abbiamo fatto un clisma opaco su una paziente anziana, purtroppo aveva un foro nell’intestino e il solfato di bario è uscito, come si può sciogliere?

Non si può.

E tu chimico non sai farlo?

Piano, io chimico lo so fare per trattamento con acido solforico concentrato a caldo, si ottiene il solfato acido di bario più solubile.

Se ve la sentite di fare un trattamento del genere su quella poveretta ….

Inoltre, una volta ottenuta una certa solubilizzazione, si deve tenere presente che lo ione bario è molto tossico e quindi ne verrebbe avvelenata.

Come è ben noto la grande diffusione delle indagini RX si è avuta nella prima guerra mondiale per evidenziare fratture ossee e ritenzione di proiettili, negli anni successivi si passò all’impiego nell’esame dell’apparato digerente, tecnica che causò negli anni ’20 alcuni esiti anche mortali. La cosa risultava inspiegabile sino a che non ci si accorse che il solfato di bario non era sufficientemente puro e conteneva dei sali solubili (probabilmente del cloruro). La sua non tossicità è infatti dovuta alla sua pratica insolubilità  (e quindi al non mettere in circolo ioni bario).

E allora cosa dobbiamo fare?

Ragazzi i chirurghi siete voi, non io, ma penso che non si possa fare altro che una asportazione meccanica (magari con un cucchiaino …)

La seconda:

Un amico medico a fronte di fenomeni di coliche renali dovute con tutta probabilità alla formazione di ossalati mi chiede: tu come chimico non puoi trovare un modo di scioglierli?

Guarda, l’acido ossalico e i suoi sali cristallizzano in forma di aghi che sono molto appuntiti, da cui i dolori, spesso molto forti. Quanto a scioglierli ci dovrei pensare: probabilmente in un solvente non protico (non è una parolaccia, è un solvente che non dà ioni idrogeno in soluzione, i chimici mi capiscono) si potrebbe forse ottenere una precipitazione in forma non cristallina, probabilmente amorfa. Ma il solvente potrebbe essere un clorurato. Te lo sentiresti di mettere un prodotto del genere nei reni di una persona. Io nei miei certamente no ….

La terza:

Sono ricoverato (nel lontano 1967 è il periodo della guerra dei 6 giorni tra arabi e israeliani) per una mononucleosi. Il caso suscita interesse nel corpo medico, dall’aiuto (un compagno di liceo) al primario (oggi si direbbe Direttore di Unità Operativa Complessa ma allora si definiva ancora così) che mi assicura: lei è il terzo caso che vediamo, ma mentre i primi due presentavano anche altri problemi, il suo è “pulito”, ha una mononucleosi e niente altro e quindi è molto interessante. Professore, la capisco, anche io sarei come lei, anche se preferirei che l’avesse un altro. D’altra parte “se le cose stanno così” (se vogliamo citare la bella canzone di Sergio Endrigo) andiamo avanti. Ma non è tanto del mio caso che vi volevo parlare, ma di un altro fatto. Durante il ricovero ritrovo un altro compagno di liceo medico al pronto soccorso e vado a salutarlo. Arriva un ferroviere che si regge a fatica con un colorito verdastro, sostenuto da un collega. Aspettami, fa il mio amico, che lo visito. Esce dall’ambulatorio e mi fa: per me è un avvelenamento da tintura da scarpe non lasciata essiccare e quindi assorbita. Poi puntando il dito: tu, chimico, che cosa c’è in quei prodotti?. Dipende se si tratta di marrone o nero nel primo caso sarebbe il cosiddetto “Bruno di Bismark” o “Vesuvina”, nel secondo la “Nigranilina”. È nero. Ricerca in un volume di tossicologia: questo termine non lo trovo. Senti, io sono un chimico organico (forse) e non un tossicologo, ma siccome in entrambi i casi si tratta di derivati dell’anilina, in particolare la Nigranilina è un policondensato che in funzione del numero crescente delle molecole coinvolte passa dal verde al nero, vedrei sotto la voce anilina. Buona idea, ricerca, esamina i sintomi, li elenca: primo: esiste, secondo: è presente, terzo: anche. Ricovero, in corsia, lavanda gastrica. Il giorno dopo compare sul giornale locale la notizia dell’avvelenamento e si dice che “una tempestiva diagnosi aveva consentito di dichiarare il paziente fuori pericolo”.

Mi consentite due citazioni? Una è storica, l’altra cinematografica.

La prima: nel 1526 le truppe di Carlo V scendono dalla Germania per saccheggiare Roma; le comanda un anziano generale Zorzo Frundsberg che porta appeso alla sella un cappio d’oro col quale intende impiccare il Papa. Vi si oppongono i pontifici comandati dal generale Francesco Maria della Rovere che ha con sé un giovane capitano: è Joanni de Medici che noi conosciamo come Giovanni dalle Bande Nere per essere stato il primo a spostare le sue milizie di notte con cavalli e cavalieri bardati di nero per renderli invisibili. Joanni viene ferito da un proiettile di artiglieria sparato da un falconetto, primitivo cannone ceduto ai tedeschi (contro tutti i patti) dal Duca di Ferrara Alfonso d’Este. L’infezione lo porta alla morte.

La seconda: Joanni è il protagonista del film di Ermanno Olmi “Il mestiere delle armi”  e in fin di vita nella splendida scena col frate confessore dice: “Padre io ho fatto il soldato e il mio è stato il mestiere delle armi, ma ho cercato sempre di farlo con onore, correttezza e onestà: se avessi indossato la sua veste e fatto il suo mestiere mi sarei comportato nello stesso modo”.

Ecco, puoi fare diversi tipi di “mestiere” ma tutto dipende da come li fai.

Io non so se noi abbiamo salvato la vita a quel ferroviere, probabilmente ce l’avrebbe fatta lo stesso, ma senz’altro gli abbiamo evitato conseguenze anche gravi per cui l’aver dato aiuto a una persona che non conosci, che certamente non incontrerai mai più nella tua vita, non solo ma che non sa chi tu sei e cosa hai fatto per lei, ti dà la soddisfazione di aver fatto il tuo “mestiere” con coscienza e serietà.

Punto che ci porterebbe a un discorso sull’etica e sulla deontologia professionale, ma qui vi lascio perché a questo punto Gianni mi butterebbe fuori in campo e avrebbe tutte le buone ragioni per farlo perché, come direbbe Carlo Lucarelli “Questa è un’altra storia”.

Grazie.

Una notizia ulteriore, questa recente, che potrà interessare i medici eventualmente presenti in sala. Nell’alluvione del 1966 a Firenze sono state interessate anche le Cappelle Medicee che richiesero una revisione per la loro conservazione. Negli anni successivi, dal 2012, furono condotte ricerche di paleopatologia sugli scheletri di Joanni de Medici oltre che della moglie Maria Salviati. Si vide come l’amputazione parziale delle gamba destra che il medico ebreo Abraam aveva operato era stata corretta, aveva fermato la cancrena, ma le cure a quel tempo disponibili erano risultate impotenti contro la setticemia che fu la causa della morte[1],[2].

[1] Gino Fornaciari, Pietro Bartolozzi, Carlo Bartolozzi, Barbara Rossi, Ilario Menchi, Andrea Piccioli: “La riesumazione di Giovanni dalle Bande Nere (1498-1526): primi risultati paleopatologici” – Archivio per l’Antropologia e l’Etnologia, 2013, 143, 157-170

[2] Gino Fornaciari, Pietro Bartolozzi, Carlo Bartolozzi, Barbara Rossi, Ilario Menchi, Andrea Piccioli: “A great enigma of the italian Renaissance: paleopathological study on the death of Giovanni dalla Bande Nere (1498-1526) and historical relevance of a leg amputation” – BMC Muscoskeletal Disorders, 2014, 15, 301-307  

LA NUOVA NORMA UNI 17025/18

L’Ordine  dei  Chimici e dei  Fisici di Venezia   si  propone  di  realizzare  una  giornata  di studio  con lo  scopo  di  analizzare  le novità  apportate  con  la nuova edizione della norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2018.

Tali  cambiamenti interessano sia i requisiti tecnici, che quelli gestionali: si dà ad esempio un’enfasi particolare agli aspetti di imparzialità e di riservatezza; grande  attenzione  alle comunicazioni  verso i clienti,  in  particolare rispetto alle  regole  decisionali  che  permettono  al  laboratorio di  formulare dichiarazioni di conformità a specifici requisiti; maggior  chiarezza  su alcuni requi-siti tecnici;  introduzione della visione per processi nelle attività del laboratorio, e del risk based thinking mutuato  dalla norma  UNI EN ISO 9001  nella sua ultima versione del 2015.

Con  la  partecipazione  di esperti  qualificati  e  ditte  specializzate  l’Ordine professionale  intende  dare  ai  propri  iscritti,  e a  tutti coloro che avranno il piacere  di   partecipare,   gli strumenti    per  applicare  le novità  di  questa importante norma tecnica.

Qui di seguito il programma e le modalità di partecipazione sia in formato jpg che in pdf per il download

 

 

 

TANTI AUGURI AL NOSTRO PRESIDENTE ONORARIO

“Il Consiglio dell’Ordine dei Chimici e dei Fisici di Venezia augura al proprio Presidente Onorario Dott. Chim. Giorgio Boccato un caloroso augurio di buon novantesimo compleanno. Un collega prezioso che per tanti mandati ha ricoperto la carica di Presidente. Per noi tutti un esempio di professionalità e competenza nonché memoria storica del nostro Ordine provinciale.”

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