CORSI SUL CAMPIONAMENTO, CLASSIFICAZIONE E GESTIONE RIFIUTI

IL CAMPIONAMENTO DEI RIFIUTI E LA LORO CLASSIFICAZIONE
UNI 10802:2013 e UNI TR 11682:2017
Padova, 10 maggio 2019 – 8 ore – 8 CFP/ECM

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LA GESTIONE DEI RIFIUTI DA LABORATORIO
COME CLASSIFICARE E GESTIRE CORRETTAMENTE I RIFIUTI DAI LABORATORI
Padova, 22 maggio 2019 – 8 ore – 8 CFP/ECM

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GLI ELEMENTI AMICI DELLE DONNE

 

 

Un incontro per illustrare come gli elementi chimici sono a supporto della prevenzione, della cura e della salute, e come sono presenti nella nostra vita di tutti i giorni. Si parlerà del ruolo degli elementi nel mondo ospedaliero, farmaceutico, cosmetico, agroalimentare ed industriale e di come la nostra salute passa e dipende dagli elementi della tavola periodica.
Un incontro GRATUITO organizzato dalla FEDERAZIONE NAZIONALE per i professionisti CHIMICI e FISICI, ma aperto a tutti coloro che desiderano conoscere i risvolti e gli sviluppi legati agli elementi della tavola periodica.

Chimici e Fisici saranno presenti per celebrare in questo evento che ricorda i 150 anni della tavola periodica degli elementi, e per illustrare come gli elementi sono fondamentali per lo sviluppo ed innovazione salvaguardando la sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

Verranno dati 3 crediti CFP/ECM per i professionisti CHIMICI e FISICI.

Tanti gli interventi previsti per questa mattinata… STAY TUNED per gli aggiornamenti sul programma

VI ASPETTIAMO

A 8 DONNE L’INTITOLAZIONE DI UNA STRADA, UN PONTE E SEI ROTATORIE

Anche grazie alla Commissione Pari Opportunità Chimici del Veneto è stato raggiunto un importante risultato con l’intitolazione a 8 donne di una strada, un ponte e sei rotatorie.

Dall’articolo tratto dal sito del comune alla pagina

https://live.comune.venezia.it/node/25598?fbclid=IwAR33L-4r85W0TAkMLtZ7QP_NDPK6YHkHNzITPZxJZ4dmNvy9jZw9i4j1GLY :

“La Giunta comunale, riunitasi ieri a Ca’ Farsetti, ha approvato, su proposta dell’assessore alla Toponomastica Paola Mar, l’intitolazione a 8 donne che hanno segnato la storia della nostra Città e del nostro Paese, di altrettanti nuovi punti viabilistici di collegamento, siano esse strade o rotatorie, tra via Amerigo Vespucci e via Ugo Vallenari a Mestre, ad oggi ancora prive di denominazione.

“Dopo l’intitolazione dei giorni scorsi a Chiara Silvia Lubich, fondatrice del ‘Movimento dei Focolari’, della rotatoria di Zelarino su via Castellana, e ad Eunice Kennedy, fondatrice di ‘Special Olympics’, il più diffuso programma di attività sportive nel mondo per persone con disabilità intellettive, del parco di viale don Sturzo a Carpenedo, abbiamo deciso di proseguire con il dedicare importanti snodi viabilistici della città a donne che, con la loro vita, le loro azioni, i loro successi e il loro impegno hanno reso lustro a Venezia, all’Italia, all’Europa e al mondo intero. Una toponomastica tutta al femminile per dimostrare che la Città di Venezia riconosce a queste otto donne di essere, ancor oggi, un esempio per le nuove generazioni. Tra queste Maria Boscola, la regina del remo, che nel Settecento si conquistò il merito di essere la più celebre e titolata regatante delle grandi occasioni della Serenissima, Lyde Posti Cuneo (Genova 1920 – Venezia 25 agosto 2007) che proprio nella nostra città ha trasformato la sua malattia, la sclerosi multipla, in un momento di riscatto diventando presidente della Sezione provinciale dell’A.I.S.M. e la fondatrice de ‘il Circolo’ dove i disabili e i loro familiari potessero incontrarsi uscendo dall’isolamento e recuperare la socialità perduta, Ondina Valla (Bologna 1916 – L’Aquila 2006), prima campionessa olimpionica italiana che conquistò l’oro sugli 80 metri ostacoli a Berlino nel 1936, Maria Bellisario (Ceva 1935 – Torino 1988), una delle più illuminate imprenditrici italiane, convinta sostenitrice della meritocrazia e della gerarchia del merito, tanto da essere ancor oggi ricordata come la donna manager più famosa d’Italia, Marie Curie (Varsavia 1867 – Passy 1934), prima donna ad insegnare alla Sorbona di Parigi, dove lei stessa si laureò in fisica e matematica, a vedersi assegnati due premi Nobel: il primo nel 1903 per la Fisica per uno studio sulle radiazioni e nel 1911 per la Chimica per aver scoperto il radio e il polonio, Norma Cossetto (Visinada 1920 – Antignana 1943), studentessa italiana, istriana di un paese vicino a Visignano, uccisa da partigiani slavi nel 1943 nei pressi della foiba di Villa Surani ed insignita della medaglia d’oro al merito civile alla memoria, Edith Stein (Breslavia 1891 – Auschwitz 1942) donna di origine ebraica, convertita al cattolicesimo e martire della Shoah. Una donna che decise di prendere i voti come monaca dell’Ordine delle Carmelitane scalze con il nome di Teresa Benedetta della Croce e che durante il periodo buio dei rastrellamenti venne arrestata nei Paesi Bassi e condotta ad Auschwitz dove venne trucidata. Papa S. Giovanni Paolo II  la proclamò Santa e Patrona d’Europa. Per concludere con Tina Anselmi (Castelfranco Veneto 1927 – 2016), donna più volte deputata della DC e, nel 1976, prima donna Ministro della Repubblica italiana con un incarico al dicastero del Lavoro e poi a quello della Salute. Proprio a lei, nonostante non siano ancora trascorsi i dieci anni dalla morte abbiamo intitolato  un nuovo asse importante della viabilità cittadina”.

“Infine – conclude Mar – voglio sinceramente ringraziare la vicesindaco Luciana Colle, i consiglieri comunali Francesca Rogliani, Barbara Casarin, Matteo Senno e Giovanni Giusto, la Fondazione Bellisario e la Commissione Pari Opportunità Chimici del Veneto per aver sottoposto al mio Assessorato e all’Amministrazione la proposta di assegnazione di un toponimo a queste donne eccezionali”.

Venezia, 5 febbraio 2019

CPO CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE A VENEZIA, AGNA (PD) E MARCON (VE)

La CPO (Commissione Pari Opportunità) regionale il 20 novembre 2018 ha promosso assieme a Umana Reyer, il Comune di Venezia e l’associazione dei panificatori di Mestre e Venezia la campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne ❤️.
Grazie a tutti coloro che ci hanno sostenuto.

il 24 novembre è stata inaugurata la panchina rossa nel comune di Agna (PD):

il 25 novembre è stata inaugurata la panchina rossa nel comune di Marcon (VE):

LA PREVENZIONE DEL RISCHIO CANCEROGENO NEI PROCESSI DI LAVORO: COMPLESSITÀ E MULTI PROFESSIONALITÀ

Programma regionale “Rischio chimico e cancerogeno negli ambienti di lavoro, miglioramento e coordinamento delle attività di prevenzione e vigilanza” (PRP 2014-2019)

Università Ca’ Foscari Polo scientifico
Sala Orio Zanetto
Via Torino, 155 – Mestre
19 novembre 2018

 

Come effettuare una corretta valutazione del rischio da esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni? Come identificare i diversi meccanismi di azione degli ACM? Quali impostazioni adottare? Come valutare un’ esposizione? Quando attivare il registro degli esposti?

 

Un supporto per gli RSPP, per i tecnici della prevenzione, per i consulenti aziendali e per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza derivante dalla pubblicazione dello studio effettuato dalla ULSS 3 con un gruppo di lavoro esteso di esperti della materia.

 

09:00 – 09:10   Saluti istituzionali

Università Ca’ Foscari – Ca’ Foscari Challenge School

Cobis Comitato Bilaterale della Sicurezza dell’Artigianato Veneto

Ordine dei Chimici e dei Fisici della Provincia di Venezia

 

09:10 – 09:30   Interdisciplinarietà e competenze nella valutazione del rischio derivante da agenti cancerogeni e mutageni

Dott.ssa Doriana Visentin

Vice Presidente Ordine dei Chimici e dei Fisici della Provincia di Venezia

 

09:10 – 12:00  Presentazione dei risultati del progetto “La prevenzione del rischio cancerogeno nei processi di lavoro: complessità e multi professionalità”

Dott.ssa Annalisa Virgili

Dirigente Medico Spisal ULSS 3 Serenissima

 

Dott. Teresio Marchì

Direttore Spisal ULSS 3 Serenissima

 

Dott. Giovanni Finotto

Direttore Master STePS Ca’ Foscari Challenge School

 

Saranno rilasciati 2 crediti formativi per RSPP/ASPP e 3 CFP per gli iscritti all’Ordine dei Chimici e dei Fisici della Provincia di Venezia

 

La partecipazione è gratuita previa iscrizione.

 

 

Segreteria Organizzativa

Ca’ Foscari Challenge School Chiara Bortolini 041 234 6829 chiarabortolini@unive.it

GIORGIO BOCCATO AL MASTER SULLA PREVENZIONE E SICUREZZA

UNIVERSITÀ Cà Foscari – VENEZIA

 MASTER: “SCIENZA E TECNICHE DELLA PREVENZIONE E DELLA SICUREZZA”

 Intervento alla Presentazione dell’Edizione Anno Accademico 2018-2019

Giorgio Boccato

 

Buongiorno a tutti.

Due anni fa in questa sede avevamo notato come gli infortuni sul lavoro fossero in diminuzione sia come frequenza sia come gravità. Esprimendo però il timore (sperando di sbagliarci) che il fatto fosse dovuto alla crisi economica in atto che faceva sì che si lavorasse meno: molte aziende sparivano e si licenziava, era alto il ricorso alla Cassa Integrazione, non si faceva più lavoro straordinario. Oggi la ripresa in atto (tra l’altro meno consistente rispetto agli altri Paese europei e agli U.S.A. in particolare) ci dà purtroppo ragione: ogni giorno sentiamo dai media notizie di infortuni anche di notevole gravità. Non è compito mio analizzare entità e cause del fenomeno, vi sono qui persone ben più competenti e informate di me, una osservazione però mi sento di fare: se ne analizziamo le cause vediamo che sono dovute alla non disponibilità immediata di una maschera o di un autorespiratore, di un non dotazione di cinture, di un ponteggio non rispondente alle prescrizioni, di un controllo dell’aria non effettuato in un ambiente confinato e così via. In tutti i casi di non rispetto delle norme di sicurezza.

Conseguenza: nella sensibilizzazione alla sicurezza dobbiamo essere tutti impegnati nel pubblico come nel privato (sappiamo bene quanto elevata sia l’incidenza degli infortuni in ambito casalingo) se vogliamo parafrasare quanto detto anni fa da un noto magistrato (il “Resistere, Resistere, Resistere” di Francesco Saverio Borrelli) potremmo darci l’obiettivo di “INSISTERE, INSISTERE, INSISTERE”.

Una seconda osservazione: quello che ho sempre apprezzato nell’iniziativa del prof. Finotto è il fatto che coinvolge professionalità, esperienze, età differenti.

Nel 1995 abbiamo tutti letto “Essere Digitali” di Nicholas Negroponte che un decennio prima aveva creato il Media Lab presso il Massachusetts Institute of Technology (il MIT di Boston) e lo aveva definito come un organismo nel quale persone con competenze ed esperienze molto diversificate lavoravano assieme per sviluppare nuovi “media”; oggi Joi Ito il nuovo direttore non parla più di competenza “interdisciplinare” ma addirittura “antidisciplinare” e afferma che l’“apertura è condizione di sopravvivenza”. Apertura, perché chi non vede oltre il proprio orticello è destinato a sparire.

Scusate, queste considerazioni mi hanno portato fuori dal “task” che l’amico Gianni mi ha dato: “Parla di qualcosa che ti è capitato nella tua esperienza lavorativa”.

E allora tre brevi storielle (però vere) e che oggi con la Chimica divenuta professione sanitaria riacquistano un significato.

           

La prima:

Anni fa in un ospedale che oggi non esiste più gli amici chirurghi mi interpellano:

Abbiamo fatto un clisma opaco su una paziente anziana, purtroppo aveva un foro nell’intestino e il solfato di bario è uscito, come si può sciogliere?

Non si può.

E tu chimico non sai farlo?

Piano, io chimico lo so fare per trattamento con acido solforico concentrato a caldo, si ottiene il solfato acido di bario più solubile.

Se ve la sentite di fare un trattamento del genere su quella poveretta ….

Inoltre, una volta ottenuta una certa solubilizzazione, si deve tenere presente che lo ione bario è molto tossico e quindi ne verrebbe avvelenata.

Come è ben noto la grande diffusione delle indagini RX si è avuta nella prima guerra mondiale per evidenziare fratture ossee e ritenzione di proiettili, negli anni successivi si passò all’impiego nell’esame dell’apparato digerente, tecnica che causò negli anni ’20 alcuni esiti anche mortali. La cosa risultava inspiegabile sino a che non ci si accorse che il solfato di bario non era sufficientemente puro e conteneva dei sali solubili (probabilmente del cloruro). La sua non tossicità è infatti dovuta alla sua pratica insolubilità  (e quindi al non mettere in circolo ioni bario).

E allora cosa dobbiamo fare?

Ragazzi i chirurghi siete voi, non io, ma penso che non si possa fare altro che una asportazione meccanica (magari con un cucchiaino …)

La seconda:

Un amico medico a fronte di fenomeni di coliche renali dovute con tutta probabilità alla formazione di ossalati mi chiede: tu come chimico non puoi trovare un modo di scioglierli?

Guarda, l’acido ossalico e i suoi sali cristallizzano in forma di aghi che sono molto appuntiti, da cui i dolori, spesso molto forti. Quanto a scioglierli ci dovrei pensare: probabilmente in un solvente non protico (non è una parolaccia, è un solvente che non dà ioni idrogeno in soluzione, i chimici mi capiscono) si potrebbe forse ottenere una precipitazione in forma non cristallina, probabilmente amorfa. Ma il solvente potrebbe essere un clorurato. Te lo sentiresti di mettere un prodotto del genere nei reni di una persona. Io nei miei certamente no ….

La terza:

Sono ricoverato (nel lontano 1967 è il periodo della guerra dei 6 giorni tra arabi e israeliani) per una mononucleosi. Il caso suscita interesse nel corpo medico, dall’aiuto (un compagno di liceo) al primario (oggi si direbbe Direttore di Unità Operativa Complessa ma allora si definiva ancora così) che mi assicura: lei è il terzo caso che vediamo, ma mentre i primi due presentavano anche altri problemi, il suo è “pulito”, ha una mononucleosi e niente altro e quindi è molto interessante. Professore, la capisco, anche io sarei come lei, anche se preferirei che l’avesse un altro. D’altra parte “se le cose stanno così” (se vogliamo citare la bella canzone di Sergio Endrigo) andiamo avanti. Ma non è tanto del mio caso che vi volevo parlare, ma di un altro fatto. Durante il ricovero ritrovo un altro compagno di liceo medico al pronto soccorso e vado a salutarlo. Arriva un ferroviere che si regge a fatica con un colorito verdastro, sostenuto da un collega. Aspettami, fa il mio amico, che lo visito. Esce dall’ambulatorio e mi fa: per me è un avvelenamento da tintura da scarpe non lasciata essiccare e quindi assorbita. Poi puntando il dito: tu, chimico, che cosa c’è in quei prodotti?. Dipende se si tratta di marrone o nero nel primo caso sarebbe il cosiddetto “Bruno di Bismark” o “Vesuvina”, nel secondo la “Nigranilina”. È nero. Ricerca in un volume di tossicologia: questo termine non lo trovo. Senti, io sono un chimico organico (forse) e non un tossicologo, ma siccome in entrambi i casi si tratta di derivati dell’anilina, in particolare la Nigranilina è un policondensato che in funzione del numero crescente delle molecole coinvolte passa dal verde al nero, vedrei sotto la voce anilina. Buona idea, ricerca, esamina i sintomi, li elenca: primo: esiste, secondo: è presente, terzo: anche. Ricovero, in corsia, lavanda gastrica. Il giorno dopo compare sul giornale locale la notizia dell’avvelenamento e si dice che “una tempestiva diagnosi aveva consentito di dichiarare il paziente fuori pericolo”.

Mi consentite due citazioni? Una è storica, l’altra cinematografica.

La prima: nel 1526 le truppe di Carlo V scendono dalla Germania per saccheggiare Roma; le comanda un anziano generale Zorzo Frundsberg che porta appeso alla sella un cappio d’oro col quale intende impiccare il Papa. Vi si oppongono i pontifici comandati dal generale Francesco Maria della Rovere che ha con sé un giovane capitano: è Joanni de Medici che noi conosciamo come Giovanni dalle Bande Nere per essere stato il primo a spostare le sue milizie di notte con cavalli e cavalieri bardati di nero per renderli invisibili. Joanni viene ferito da un proiettile di artiglieria sparato da un falconetto, primitivo cannone ceduto ai tedeschi (contro tutti i patti) dal Duca di Ferrara Alfonso d’Este. L’infezione lo porta alla morte.

La seconda: Joanni è il protagonista del film di Ermanno Olmi “Il mestiere delle armi”  e in fin di vita nella splendida scena col frate confessore dice: “Padre io ho fatto il soldato e il mio è stato il mestiere delle armi, ma ho cercato sempre di farlo con onore, correttezza e onestà: se avessi indossato la sua veste e fatto il suo mestiere mi sarei comportato nello stesso modo”.

Ecco, puoi fare diversi tipi di “mestiere” ma tutto dipende da come li fai.

Io non so se noi abbiamo salvato la vita a quel ferroviere, probabilmente ce l’avrebbe fatta lo stesso, ma senz’altro gli abbiamo evitato conseguenze anche gravi per cui l’aver dato aiuto a una persona che non conosci, che certamente non incontrerai mai più nella tua vita, non solo ma che non sa chi tu sei e cosa hai fatto per lei, ti dà la soddisfazione di aver fatto il tuo “mestiere” con coscienza e serietà.

Punto che ci porterebbe a un discorso sull’etica e sulla deontologia professionale, ma qui vi lascio perché a questo punto Gianni mi butterebbe fuori in campo e avrebbe tutte le buone ragioni per farlo perché, come direbbe Carlo Lucarelli “Questa è un’altra storia”.

Grazie.

Una notizia ulteriore, questa recente, che potrà interessare i medici eventualmente presenti in sala. Nell’alluvione del 1966 a Firenze sono state interessate anche le Cappelle Medicee che richiesero una revisione per la loro conservazione. Negli anni successivi, dal 2012, furono condotte ricerche di paleopatologia sugli scheletri di Joanni de Medici oltre che della moglie Maria Salviati. Si vide come l’amputazione parziale delle gamba destra che il medico ebreo Abraam aveva operato era stata corretta, aveva fermato la cancrena, ma le cure a quel tempo disponibili erano risultate impotenti contro la setticemia che fu la causa della morte[1],[2].

[1] Gino Fornaciari, Pietro Bartolozzi, Carlo Bartolozzi, Barbara Rossi, Ilario Menchi, Andrea Piccioli: “La riesumazione di Giovanni dalle Bande Nere (1498-1526): primi risultati paleopatologici” – Archivio per l’Antropologia e l’Etnologia, 2013, 143, 157-170

[2] Gino Fornaciari, Pietro Bartolozzi, Carlo Bartolozzi, Barbara Rossi, Ilario Menchi, Andrea Piccioli: “A great enigma of the italian Renaissance: paleopathological study on the death of Giovanni dalla Bande Nere (1498-1526) and historical relevance of a leg amputation” – BMC Muscoskeletal Disorders, 2014, 15, 301-307  

LA NUOVA NORMA UNI 17025/18

L’Ordine  dei  Chimici e dei  Fisici di Venezia   si  propone  di  realizzare  una  giornata  di studio  con lo  scopo  di  analizzare  le novità  apportate  con  la nuova edizione della norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2018.

Tali  cambiamenti interessano sia i requisiti tecnici, che quelli gestionali: si dà ad esempio un’enfasi particolare agli aspetti di imparzialità e di riservatezza; grande  attenzione  alle comunicazioni  verso i clienti,  in  particolare rispetto alle  regole  decisionali  che  permettono  al  laboratorio di  formulare dichiarazioni di conformità a specifici requisiti; maggior  chiarezza  su alcuni requi-siti tecnici;  introduzione della visione per processi nelle attività del laboratorio, e del risk based thinking mutuato  dalla norma  UNI EN ISO 9001  nella sua ultima versione del 2015.

Con  la  partecipazione  di esperti  qualificati  e  ditte  specializzate  l’Ordine professionale  intende  dare  ai  propri  iscritti,  e a  tutti coloro che avranno il piacere  di   partecipare,   gli strumenti    per  applicare  le novità  di  questa importante norma tecnica.

Qui di seguito il programma e le modalità di partecipazione sia in formato jpg che in pdf per il download

 

 

 

TANTI AUGURI AL NOSTRO PRESIDENTE ONORARIO

“Il Consiglio dell’Ordine dei Chimici e dei Fisici di Venezia augura al proprio Presidente Onorario Dott. Chim. Giorgio Boccato un caloroso augurio di buon novantesimo compleanno. Un collega prezioso che per tanti mandati ha ricoperto la carica di Presidente. Per noi tutti un esempio di professionalità e competenza nonché memoria storica del nostro Ordine provinciale.”

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